Racconti brevi – Lussuria Divina

Attenzione: quello che segue è uno testo ironico, con molti elementi di Black Humor scritto in stile medievale. La storia è frutto della  mia fantasia e non vuole né offendere, né rappresentare nessuno in particolare.

Buona lettura.

 

Orsù dunque voglio raccontarvi la storia di un giovane ragazzo innamorato, che perpetuò quest’amore nel modo più blasfemo che esista.

Mi presento: Sono Don Camillo, giullare della corte dei Signori Orsega de Mantova, che decanta questa umile storia d’amore, in una sciatta locanda padana, mentre preparo corpo e mente all’incontro con i miei Signori.

Il tutto comincio quando il nostro prode giovane vide, per la prima volta, una giovane donzella mentre lavava la biancheria nella fonte del loro umile villaggio di campagna. Lascio stare gli inconvenienti geografici che sono inutili per il succo di questa storia di passione e morte.

Questa ragazza, di nome Lucia, era una donzella appena adulta, e di animo buono. Una giovane, bellissima ragazza mora, con capelli che le scivolavano fin sotto la cintura e due occhi di un azzurro così acceso ed intenso che non potevano che far innamorare qualsiasi uomo, ed il nostro giovane non faceva eccezione.

Sicché il nostro protagonista prende coraggio e le proclama tutto il suo amore, le decanta poesie e le chiede la mano.

Ma Lucia lo rifiuta perché aspira a diventare una serva del Signore nostro Dio.

Distrutto dalla notizia travolgente, egli entra nel panico, comincia a deprimersi ma non smette di pensarla.

Il giorno seguente ritorna da Lei, per cercare di convincerla ad amarlo.

Arrivato alla casa di codesta dama, scopre che era andata in chiesa e si dirige subito nella dimora del Signore.

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In quel luogo sacro, forse per un istinto diabolico, forte per averla vista, sola, inginocchiata davanti all’altare, in quell’aria di solenne onnipotenza divina, la possiede selvaggiamente sopra la tavola di Dio senza mancare di quella usuale violenza che solitamente si riserva solo alle cortigiane più umili delle Signorie più fatiscenti.

La urla demoniache di piacere di Lei e di Lui si sentono in tutto il villaggio e, davanti al vigile occhio di Dio, vengono arrestati.

Il nostro giovane si salva affermando di essere stato stregato da quegli occhi azzurri. Destino assai peggiore si presenta per la nostra Lucia, che viene rasa al rogo per eresia, non prima, però, di averle cavato gli occhi. Occhi stupendi, ve lo posso confermare, che or oggi appartengono ai miei Signori.

Ancor’oggi mi deprimo pensando a tutta quella bellezza sprecata tra le fiamme del decoro e della superstizione, mentre i maiali camminano tranquillamente per le strade.

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