Aspettando C’era una volta in… Hollywood #1: Il Cinefilo

“Non sono andato a scuola di cinema; sono andato a vedere film”.

(Quentin Tarantino)

Oggi volevo cominciare una serie di post per ripercorrere tutta la carriera del mio regista preferito in assoluto: Quentin Tarantino; aspettando il suo ultimo capolavoro che uscirà a settembre qua in Italia.

Premetto che non sono un né critico né uno studioso di cinema, sono solo un appassionato, un cinefilo. Come Tarantino d’altronde ahah.

Tarantino è il regista più influente dell’epoca moderna. Questo non lo dico solo io, lo dicono i grandi critici della settima arte. Un Texano cresciuto a Los Angeles che dal 1992 si è imposto nel mondo del cinema entrando “a gamba tesa”. Già quando si vede l’inizio del suo primo film “La Iene” si capisce chi abbiamo di fronte. Magnifico!

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Quentin Tarantino in “Le iene”, 1992 (Immagine presa dal Web)

Ma non voglio scrivere un post di due pagine elogiandolo, non c’è né bisogno. Voglio solo farvi conoscere l’uomo che si nasconde dietro quella faccia cartunesta.

Quentin nasce nel 1963. Sua madre ha 16 anni. Già a quell’età la dea del cinema lo battezza, prevedendo quello che sarebbe diventato siccome il suo nome viene scelto perché è il nome di un famoso personaggio di una serie tv che guardava la madre. Nasce con un genitore solo siccome il padre li abbandona.

La sua trasformazione da Quentin a Quentin Tarantino comincia all’età di due anni quando la madre lo porta a Los Angeles. Lì comincia la sua Storia.

Cresce nel cuore della settima arte americana in un periodo di passaggio tra gli iconici film “wester” e la nuova richiesta di film “moderni”. Cresce in uno dei posti più affascinati del modo per un amante del cinema.

Ma, all’inizio lui non pensa alla regia, non pensa a quelle fantastiche inquadrature da dentro il cofano di una macchina, oppure quelle con rimandi neanche troppo velati a Sergio Leone. No… all’inizio lui scrive. Come me, come molto probabilmente te che stai leggendo. Lui ama scrivere storie fantastiche. Storie immerse nei miti e nelle leggende che circondano la sua vita. Vive anche in un quartiere abbastanza malfamato di Los Angeles quindi ne sente di tutti i colori. E tutto quello che sente lo traspone nelle sue storie che piano piano diventano sceneggiature. Ha solo 14 anni quando scrive la sua prima sceneggiatura e s’innamora dei film di Sergio Leone, gli “spaghetti western”.

Sergio Leone è forse il suo primo amore cinefilo. Lo ama a dismisura. Passa le giornate a rivedersi più e più volte la sua “trilogia del dollaro” e lo omaggerà costantemente nei suoi film. Per lui i Western di Leone sono rivoluzionari, niente a che vedere con i western americani che sanno troppo di già visto.

Il mio regista preferito, al quale mi sono ispirato e al quale vorrei somigliare, è Sergio Leone. Mi considero piuttosto bravo, so di poter migliorare col tempo e sono determinato a farlo, sino alla fine della mia carriera, per questo evito di girare un film l’anno. Eppure, per quanto mi sforzi, non credo che riuscirò mai a girare qualcosa di così perfetto come l’ultima sequenza de “Il buono, il brutto e il cattivo”. Proverò a raggiungere quel livello, anche se non credo che ce la farò mai.

(Quentin Tarantino)

Però il salto di qualità c’è l’abbiamo nel 1983 quando entra a lavorare per il videonoleggio Manhattan Beach Video Archives. Li trova il materiale per “studiare cinema”. Da Robert Bresson a David Wark Griffith, passando per Leni Riefenstahl fino ad Akira Kurosawa senza però rinunciare al cinema Pulp, di Explotation che lo formano dal punto di vista della violenza cinematografica che ormai è un suo marchio di fabbrica.

Esplora tutto, dai grandi registi della storia del cinema, fino al cinema di seri B (o serie Z) pregni di violenza nonsense, recitazione inesistente e montaggio elementare. Il cinema dei “cinefili” e il cinema ignorante del “voglio spegnere il cervello per due ore”. Esplora tutto e lo fonde. Lo fonde prendendo il meglio dell’uno e il meglio dell’altro creando appunto il “Cinema di Quentin Tarantino”.

Con queste basi riesce ad entrare nell’industria cinematografica come sceneggiatore, curando la sceneggiatura di grandissimi film come “Una vita al massimo”, “Natural Born Killers” e “Dal tramonto all’alba”. Con quei guadagni investe tutto in se stesso e, affamato di successo e desideroso di mostrare tutto il suo potenziale , nel 1992 nasce il suo cinema. Nascono “Le Iene”.

Da semplice amante di cinema a regista del cinema postmoderno. Semplicemente Quentin Tarantino signori!

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